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PINOCCHIO SENZA NASO

15,00 

Savino Roggia aveva già stupito i lettori, appassionati e non, con “Pinocchio ritrovato”, pubblicato
da Tecniche Nuove nel 2012: un saggio costato al suo autore otto anni di lavoro. Ne
ripercorriamo qui sotto il cammino, riassumendo brevemente contenuti ed intenti dell’Autore.
Dei personaggi e delle storie che animano la favola, da 130 anni, si sono perpetuate immagini
frutto di una lettura superficiale dell’opera di Collodi. Con “Pinocchio ritrovato” il lettore può
constatare che esse non reggono allo studio metodico e approfondito e si perdono nel vento della
genericità. Pinocchio non è l’icona dell’uomo bugiardo e del monello che odia la scuola. Quel
burattino ama la Verità e desidera andare a scuola, ma a quella comunale; ha motivi fondanti per
uccidere il Grillo parlante e piangere sulla tomba della Bella Bambina, relazionarsi con il Gatto e
la Volpe, bazzicare l’Osteria del Gambero Rosso, ridursi a cane da guardia, salire sul carro
dell’Omino. La sua trama favolosa è ordita non per assonnare, ma per risvegliare l’essere umano
voglioso di comprendere i meccanismi che nutrono i burattini e difendersi dai burattinai
dell’esistenza, vincendoli. Ragioni per cui “Pinocchio ritrovato” indaga le situazioni, i vizi e le
abitudini che creano dipendenza, e invita a riflettere sui mutamenti mentali necessari per sottrarsi
alla schiavitù dell’istinto, dei pregiudizi e delle passioni, per giungere alla coscienza di sé, a
essere un bravo bambino, un Uomo.
Ed ecco una breve presentazione del libro pubblicato da Araba Fenice edizioni.
Pinocchio senza naso costituisce uno studio appassionato, estremamente analitico, condensato
in una vera e propria esegesi de Le avventure di Pinocchio.
Dal riferimento testuale, conglobato nell’analisi, si passa a considerazioni di carattere storico,
esoterico, filosofico e teologico, confortate dalla precisione dettagliata delle note, per comporre il
labirinto del percorso costante e faticoso dell’essere umano, teso alla sua risurrezione interiore.
La novità maggiore è costituita dalla lettura a tutto fondo del protagonista e dei personaggi di
contorno, spesso fraintesi e liquidati con sufficiente approssimazione come interpreti di una
favola, senza esplicitarne il simbolismo inequivocabile. In questo ambito non mancano le
sorprese tanto che, dopo la lettura attenta del saggio, si potrà finalmente accedere alla cattura
testuale e scientifica dell’originale, finalmente esplicitato in tutta la sua ricchezza di libro di tutti i
tempi e per tutte le età.
Roggia è supportato in questo dal nipote Lawrence Losito, 12 anni, che ha avuto il compito di
rilevare il vocabolo e l’espressività concettuale desueta.
Il libro riassume quattro anni di lavoro e nasce sulle spoglie di Pinocchio ritrovato, la forza di
riconoscersi burattino (Milano, Tecniche nuove, 2012), raffinando e commentando, i precedenti
scritti dell’autore su quella miniera d’immagini, metafore, simboli e colpi di scena che è Le
avventure di Pinocchio. I primi attori – Mastro Ciliegia, Mastro Geppetto, Mangiafoco, Fatina,
Giudice…, il copioso bestiario e altre invenzioni narrative – invitati a fare un passo indietro,
lasciano emergere il significato più profondo di Pinocchio e della favola, le cui radici affondano in
un originario che ricorda all’uomo di elevarsi e bordeggiare sempre le alture dell’altruismo.
Pinocchio senza naso scopre un tesoro valoriale unico, biblico, lontano, lontanissimo dalla

bambinata e si offre alla lettura di quanti vogliono saperne di più sull’opera d’arte più tradotta al
mondo. Aggiunge dettagli significativi sull’umanizzazione del burattino, sul naso a lunghezza
variabile e sui rapporti tra Pinocchio e Lucignolo.
Le avventure del burattino esprimono il viaggio che l’uomo pentito intraprende per ritrovarsi e
determinare la nuova società. La favola è protesa a un futuro senza tempo e spazio. Tutti sono
invitati a leggerlo e rileggerlo. Non trasmette un metodo per far fortuna, propone di costruirsela
con solidi mattoni attinti dalla quotidianità.
Il linguaggio di Pinocchio senza naso è lieve. In una visione dualistica della realtà introduce una
forte tensione tra chi può e non realizza e tra chi potrebbe, o sarebbe impedito, e fa o si sbatte
allo scopo, tra il grigio del presente e il turchino del domani, tra la scuola che fabbrica marionette
e quella che costruisce esseri ragionevoli. In apertura e in finale, quasi a definirne il perimetro de
Le avventure di Pinocchio rispondendo alle sfide del fine ‘800, Pinocchio varca i confini del
contingente e si colloca nell’alveo del libero arbitrio. S’impegna a fare il proprio dovere,
mantenersi fedele all’impegno preso, rendere giustizia, esercitare la curiosità, sforzarsi di
costruire, obbedire e, posto di fronte alla necessità, trasgredire le leggi spinto da un movente
ritenuto superiore, e cosi via alla foce, diversamente contento di averlo cercato. Davanti all’errore,
il burattino non si dispera, lo rielabora a insegnamento da riporre nella sua coscienza che a
maturazione lo porterà a essere non più interessato a distruggere quanto a comprendere il fine
dell’uomo.
Pinocchio senza naso svela l’architettura letteraria piuttosto complessa de Le avventure di
Pinocchio, colma di presenze che la trasformano in una cattedrale ornata di simboli i cui
significati sono rimasti per oltre 130 anni inascoltati. Siamo di fronte a un vero e proprio arsenale
d’immagini, paragoni, rimandi, segni, metafore e simboli, che parlano della realtà più profonda
della storia. Non tentiamo di elencarli perché saranno decifrati nel testo. La base, comunque, di
questi sistemi narrativi secondo lo stile della letteratura favolistica è del tipo onirico.
Con Pinocchio senza naso, Le avventure di Pinocchio si libera della patina favolistica forzata
ormai dalla pinocchiologia per la mala abitudine dell’adeguarsi e del non prevedere che macigni
sapienziali potessero proteggerne trama e ordito ultimo. A ciò ha pure contribuito la
cinematografia, da quella briosa prodotta da Walt Disney (1940), a quella ben musicata di Luigi
Comencini (1972) e a quella veloce di Roberto Benigni (2002). Confortante è il lavoro dell’artista
Lino Monopoli: con i suoi infiniti pinocchi costruiti da materiali di recupero, urla all’umanità la più
vera condizione dell’uomo.
Pinocchio senza naso pagina dopo pagina porterà il lettore a comprendere quanto il capolavoro
di Collodi sia una tra le più grandi creazioni poetiche donate all’umanità.