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Il dolcissimo Pasquale

Come premessa al dolcissimo Pasquale dobbiamo ricordare che il dolce di una festa religiosa ha sempre un’ origine pagana. L’ultimo riadattamento risale alla metà del ‘500, al Concilio di Trento. Fu la risposta fortdella Chiesa alla crisi e all’allarme inascoltato e cruento di Lutero, Calvino ed altri. Laici e clerici furono obbligati anche attraverso il dolce a riascoltare e tenere a mente il Catechismo e la relativa maieutica.

Parliamo allora del dolce della mia terra, la Puglia e in particolare il foggiano: la scarcella, diffuso comunque anche in altre regioni; è infatti buona, attraente ed evocativa.

Già il nome scarcella o squarcella dice che siamo nella festa in cui Gesù squarcia la sua condizione umana per ritornare al Cielo, invitando l’umanità fare altrettanto, ricominciare una vita buona già in terra

E’ a forma di cerchio a simboleggiare il cerchio che unisce Resurrezione e Cielo, ovvero la partenza e la destinazione del resuscitato e del rinato in Gesù . 

Lcroce che può arricchire l’interno della squarcella ricorda con veemente dolcezza le condizioni dell’uomo istruendolo a farsi comunità, a vivere la vita del passo dopo passo in un viaggio a spirale verso la Gerusalemme celesteAnche il bianco della decorazione lo conferma: degustarne sarà come rompere, squarciare ed entrare in comunione e pace con la luce diafana racchiusa nel prelibato fine pasto. Contiene intatti uova, il tutto dell’uovo cosmico circondato da acqua, terra, aria e fuoco e pure olio di oliva con i suoi polisemici significati di pace e buona vita nel dolcissimo Pasquale.

Ecco la ricetta.

Buona Pasqua da Savino Roggia.